Vita e Pace

Avigliana, Centro di Cultura

Cornice storica

La città di Avigliana è per collocazione ambientale un terrazzo sulla Valle di Susa e sulla pianura torinese.
Ai piedi della Sacra di San Michele, ai margini delle colline moreniche, con i suoi due laghi, ha sviluppato un Borgo Medioevale di primario interesse, puntualizzato da emergenze artistiche intrise di significanze storiche.avigilana2
È in questa preziosa cornice che sorge la Chiesa di Santa Maria Maggiore, situata in un’incantevole posizione panoramica, che si affaccia su questo antico borgo.
Intorno agli anni sessanta l’espansione della città verso la parte moderna è causa dell’abbandono del borgo medioevale e quindi della sua antica chiesa dove, solo una volta all’anno, in occasione della festa della Madonna del Carmine, si celebra ora la santa messa ed una fiaccolata di fedeli congiunge idealmente la nuova Chiesa di Santa Maria, inaugurata nel 1976, alla tanto amata Santa Maria Maggiore del borgo vecchio.

 

Ripristino della chiesa

Negli anni la Chiesa subisce numerosi furti che la spogliano man mano di tutti gli arredi sacri e, come ogni edificio in disuso, si deteriora rapidamente.
Grazie all’amorosa cura del Parroco Don Roberto Balbiano, dei borghigiani e di alcune associazioni di volontari, sono stati possibili alcuni interventi strutturali che ne hanno impedito il completo degrado.
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Nel 1999 si presenta la necessità di trovare un contenitore adeguato alla Collezione della scultrice Elsa Veglio Turino, già ospite del Santuario Madonna dei Laghi ad Avigliana, e l’attenzione cade sull’antica Chiesa di Santa Maria Maggiore, bisognosa di grandi restauri.
La collezione trova così la sua sede ideale e la chiesa incomincia a rivivere, proponendosi in una veste diversa con nuovi arredi sacri, moderni e di grande impatto. Ecco che a questo punto ha origine l’idea di creare un Centro Culturale attraverso il quale condividere questi preziosi e suggestivi spazi, carichi di bellezza e di storia, con proposte culturali e sociali capaci di favorire la rinascita del Borgo e contribuire ad un totale recupero del monumento.

 

 

Vita e Pace

Nasce così nel maggio del 1999 il Centro Culturale Vita e Pace che, grazie ad una convenzione con il parroco, può stabilire la sua sede proprio in Santa Maria Maggiore, dedicando ad essa ed alle sue pertinenze, tutta la cura, l’impegno e l’amor di cui è capace, per riportare il monumento ai suoi antichi splendori ed offrire alla sua città un prezioso fulcro che promuove religione, arte e cultura sul territorio.
La presenza della Collezione Veglio Turino ha favorito l’assegnazione di un contributo regionale dell’assessorato alla cultura, finalizzato al recupero e valorizzazione dell’ area dell’ex-cimitero, con la realizzazione di un giardino-museo all’aperto che, oltre ad accogliere alcuni bronzi dell’artista, può ora ospitare mostre temporanee di altri scultori ed essere luogo d’incontro per spettacoli e momenti di socializzazione.
I suoi spazi interni ed esterni sono quindi a disposizione di studiosi ed artisti, mostre e concerti, rappresentazioni teatrali, iniziative culturali in genavigliana3ere, momenti di riflessione e confronto, esercizi spirituali.

Il Centro collabora con organizzazioni di volontariato per disabili (Merope, Mani per volare, KJ Onlus non vedenti ed altre) offrendo momenti di incontro, di ricreazione e visite guidate.
L’attenzione del Centro non è solo rivolta alla sua sede, ma anche al borgo medioevale aviglianese ed al territorio, con apertura alla cooperazione con associazioni aventi finalità similari ed operanti sull’intero territorio vallivo e con il supporto e patrocinio dell’amministrazione comunale e della Comunità Montana.
Appare evidente il fervore delle iniziative e l’enorme desiderio di operare con slancio al fine di qualificare un territorio ricchissimo, uno dei borghi sul lago, quale quello di Avigliana, tra i più belli in Italia nel modo più “giusto e rispettoso” possibile, nel tentativo di superare ogni forma di campanilismo e porsi sin dall’origine in un’ottica di tipo continentale, senza frontiere di sorta, se non quelle poste dalle peculiarità del luogo, dalle sue emergenze ed unicità che tali devono rimanere per manifestarsi nelle loro valenze più estese.