Prima stazione – Gesù condannato a morte – “Ecce Homo”
Prima stazione – Gesù condannato a morte – “Ecce Homo”
Il gruppo scultoreo
Datato 1955-1960, il gruppo scultoreo che rappresenta la “prima stazione” di Elsa Veglio Turino si compone di due statue: Gesù e Ponzio Pilato.
Entrambe le statue sono di gesso e misurano:
Ponzio Pilato – 185cm x 110cm x 70cm
Gesù – 185cm x 70cm x 50cm
Si trova custodito all’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore in Avigliana, più precisamente nella Cappella della Speranza.
Ponzio Pilato
La figura di Ponzio Pilato è collocata in piedi dietro a una balconata su cui l’uomo poggia il palmo della mno destra. La tipica toga romana indossata dai magistrati si stente con un panneggio marcato sul corpo di Pilato. La toga poggia sulla spalla sinistra del personaggio andando a fasciare il corpo dell’uomo fino ai piedi, ma lasciando in nudità una porzione del petto e tutta la parte destra del tronco e dell’arto. Il viso e lo sguardo di Pilato sono rivolti alla folla (non presente nella composizione), composta in gran parte da quegli uomini che nel racconto biblico condusserò Gesù, dopo averlo arrestato, interrogato e accusato di blasfemia, al cospetto del prefetto romano in terra giudaica. Il viso del magistrato romano è solcato da rughe proprie di un uomo di mezza età, costretto a un duro lavoro di controllo e dominazione di una terra non facile da governare e sottomettere alla legge dell’impero. Il braccio destro, sollevato in aria, sembra indicare la figura di Gesù installato al suo fianco destro.
Gesù
La figura di Gesù svetta in posizione verticale accanto a Pilato. Il viso è leggermente inclinato verso sinistra, lo sguardo sembra trasmettere rassegnazione nei confronti dell’Umanità e delle decisioni prese da essa. Le rughe solcano un volto marcato da rassegnazione e sofferenza, un viso magro e mail nutrito. Una cascata di capelli incornicia la fronte e la gote dell’uomo, andando a unirsi alla barba che ricopre il mento e le guance. Il corpo di Gesù è coperto da un abito a maniche lunghe che si stende fino ai piedi, cinto in vita da una piccola cordicella. I panneggi sono pesanti e ben definiti e non lasciano dubbi circa la struttura corporea giovane e snella che vanno ad avvolgere.
Il momento rappresentato dalla scultrice vede Ponzio Pilato presentare ai giudei l’uomo che essi ritenevano colpevole. Secondo il racconto dei Vangeli Ponzio Pilato condannò Gesù alla flagellazione credendo che quella fosse la pena massima da affliggere a un uomo da lui ritenuto innocente. Terminata la punizione inflitta, Ponzio Pilato presentò Gesù coperto di ferite e piaghe alla folla affermando “Ecce Homo”, cioè “Ecco l’uomo”. Ciò non fu però considerato sufficiente e Gesù fu condannato alla crocifissione.
La condanna
Allora il governatore domandò “Chi dei due volete che vi rilasci?”
Quelli risposerò “Barabba!”
Disse loro Ponzio Pilato “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”
Tutti gli risposerò “Sia crocifisso!”
Ed egli aggiunsè “Ma che male ha fatto?”
Essi allora urlarono “Sia crocifisso!”
Ponzio Pilato che non otteneva nulla, anzi il tumulto cresceva sempre di più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla “Non sono responsabile, disse, di questo sangue; Vedetevela voi!”
E tutto il popolo rispose “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”
Allora rilasciò Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perchè fosse crocifisso.
“Dunque sei re?” chiese Ponzio Pilato a Gesù.
Gesù rispose “Tu l’hai detto, io sono re, per questo sono nato e sono venuto per affermare la verità”
Dopo tali parole Gesù non parlò più. Ciò che l’umanità non vuole capire e sentire non sarà ripetuto.