La via Francigena
L’Anno Nazionale dei Cammini
Il 2016 è l’anno nazionale dei cammini, lo ha proclamato il ministro dei beni culturali Dario Franceschini.
In Italia sono più di 6500 i km di cammini naturalistici, religiosi, culturali e spirituali spesso poco conosciuti, che aspettano di essere percorsi per far apprezzare a sempre più persone le potenzialità del nostro territorio.
È un’ottima occasione per cominciare a camminare, per chi non ci ha mai provato, o per avventurarsi in itinerari sconosciuti, per i più esperti: il 2016 è l’anno dei cammini, degli itinerari percorsi a piedi alla ricerca di se stessi, della pace o semplicemente del puro piacere di farlo. Si celebra la passione di molti, ma soprattutto il nostro paese, i suoi sentieri e le meraviglie che lo attraversano.
L’Italia è ricca di cammini in ogni regione, ognuno con la sua peculiarità.
La Valle di Susa è percorsa dalla Via Francigena.
Strada percorsa in passato da migliaia di pellegrini, mercanti, eserciti provenienti da ogni parte d’Europa ed oggi importante itinerario culturale d’Europa.
In terra piemontese la via Francigena comprende quattro percorsi:
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- Via Francigena di Sigerico (interessa il territorio Morenico Canavesano).
- Via Francigena della Valle di Susa (attraverso il tratto Monginevro – Arles, si collega con il Cammino di Santiago di Compostela).
- Torino-Vercelli.
- Torino alla Liguria, attraverso i territori di Asti ed Alessandria.
Questi percorsi testimoniano l’importanza del Piemonte nei secoli quale terra di passaggio dalle Alpi verso la pianura padana.
La Valle di Susa, fin dall’antichità è una delle aree privilegiate per il collegamento dell’Italia con l’oltralpe, grazie ai colli del Monginevro e del Moncenisio da cui i pellegrini scendevano verso Susa.
Questo itinerario si articola in vari percorsi:
- dal Colle del Moncenisio a Susa, toccando l’Abbazia di Novalesa, Venaus e Mompantero.
- dal Colle del Monginevro a Susa, toccando fra le altre località il bellissimo borgo di Fenils, Exilles con il Forte, le vigne di Chiomonte e Giaglione.
- da Susa a Chiusa San Michele (località che vide nel 773 d.C. la leggendaria battaglia tra i Franchi di Carlo Magno e Longobardi di re Desiderio), passando per il castello di San Giorio, sovrastati infine dalla maestosa Sacra di San Michele per concludere all’Abbazia di S.Antonio di Ranverso. Luogo privilegiato per l’ospitalità e la cura dei pellegrini
- sull’altro versante della valle, il tratto da Bussoleno ad Alpignano con caseforti, zone archeologiche, resti di castelli. Il percorso da qui proseguiva quindi verso Torino e dopo Chieri entrava nel Monferrato in direzione di Asti.
Il pellegrinaggio nel tempo
Tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza crescente. I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago di Compostela e Roma, e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede. Infatti, i pellegrini provenienti dal nord percorrevano la Via per dirigersi a Roma, ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso i porti pugliesi, dove s’imbarcavano verso la Terrasanta. Viceversa i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove s’imbarcavano verso i porti francesi, o per proseguire verso il Moncenisio e quindi immettersi sulla Via Tolosana, che conduceva verso la Spagna. Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo.
Le fonti itinerarie
È soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che possiamo ricostruire l’antico percorso della Francigena. Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per definire la versione più “filologica” del percorso.