Seconda Stazione – Gesù caricato della croce
Il gruppo scultoreo
Datato 1955-1960, il gruppo scultoreo che rappresenta la “seconda stazione” di Elsa Veglio Turino si compone di tre personaggi.
Il gruppo è realizzato in bronzo e misura complessivamente 215cm x 320cm x 150cm
Si trova custodito nel giardino adiacente la Chiesa di Santa Maria Maggiore in Avigliana.
Il Cristo porta la croce
Il gruppo scultoreo è composto di tre personaggi scolpiti a grandezza naturale. La scena raffigurata si sviluppa in direzione orizzontale. Protagonista assoluto della scena è il Cristo posto all’estrema sinistra del gruppo. Sfinito, curvo e umiliato, regge a fatica la grossa croce sulla quale sarà crocifisso alla fine del percorso verso il Calvario. Accanto a lui due uomini, rappresentanti l’umanità, sono legati tra loro attraverso la stretta di mani, tese l’una verso l’altra.
Il personaggio di Gesù è in posizione stante, con la gamba sinistra sembra avanzare sotto il peso della croce che poggia in parte sul dorso e in parte sulla spalla destra. La mano destra allungata in avanti tenta di reggere il legno orizzontale dell’imponente croce. Il personaggio indossa una veste lunga i cui panneggi, in parte ben definiti e voluminosi e in parte solamente abbozzati, raggiungono i piedi e il suolo. Il viso di Gesù è marcato e segnato da rughe d’espressione, ma nonostante la sua condizione, il personaggio non trasmette disperazione quanto piuttosto pace e accettazione del proprio destino di condannato, ma allo stesso tempo incarna totalmente il ruolo di salvatore dell’umanità.
Gli uomini, l’umanità
I suoi personaggi sulla destra rappresentano l’umanità. Uno di essi, quello più vicino alla figura di Cristo, è in piedi dietro la croce, con la schiena leggermente ricurva in avanti, il ginocchio destro lievemente genuflesso e il braccio sinistro teso in avanti per reggere l’uomo all’estremità della composizione. L’uomo in piedi è abbigliato con semplici pezzi di stoffa, appare agli occhi dello spettatore come un uomo di mezza età. Lo sforzo cui sta sottoponendo il suo corpo è percepibile nell’espressione del viso, affaticato e stanco, leggermente voltato verso destra, con lo sguardo rivolto al di fuori della scena. Il suo sforzo, per quanto pesante da sopportare non è nulla se paragonato allo sforzo cui è sottoposto il Cristo portatore della croce.
L’ultimo personaggio della composizione è legato all’uomo appena descritto attraverso la mano destra. Egli è quasi a terra, la gamba destra è completamente genuflessa e ha quasi raggiunto il suolo mentre la gamba sinistra è in distensione con la funzione di appoggio per non perdere completamente l’equilibrio. Dei tre personaggi che compongono la scena, quest’ultimo descritto risulta scolpito con meno attenzione per quanto riguarda i dettagli fisici. Il corpo dell’uomo è nudo a eccezione di un piccolo panno che, posto in vita, funge da pantaloncino. Nelle braccia sono visibili i muscoli in tensione, sul dorso è marcata l’arcata della spina dorsale sottoposta a sforzo.
Due uomini rappresentanti dell’umanità, pur uniti nello sforzo, non riescono né a capire né a sopportare, né a bilanciare il peso della croce. Attraverso l’unione delle mani cercano di sollevare ed equilibrare il peso della croce della vita. Il Cristo è sfinito, curvo, umiliato, ma il suo volto in pace sembra dire
“Questo peso lo porto con voi e per voi. Io soltanto sono in grado di portarlo.”